Corso DAE utilizzo defibrillatore – Progetto Vita Piacenza

12 Agosto 2014
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La sera del 12 agosto ci siamo trasformati per qualche ora in allievi attenti e coscienziosi: nell’ambito del Progetto Vita, gli operatori Claudia, Massimiliano e Orazio dell’omonima associazione sono venuti ad insegnarci a utilizzare il defibrillatore, acquistato grazie alla vendita delle magliette della prima marcia “Memorial Giancarlo Briggi”. Perché il defibrillatore non è il punto di arrivo della generosità di tanti: è il punto di partenza di una prima assistenza che dobbiamo essere in grado di offrire a chi ne ha bisogno. E sono stati tanti tra noi che hanno sentito forte il senso civico di questa opportunità: siamo una grande famiglia e come tale dobbiamo essere pronti ad assisterci l’un l’altro. Se questo può offrirci la possibilità di salvare una vita, soprattutto in centri così lontani da ospedali o strutture sanitarie, tanto meglio.
Questo è un altro tassello che compone il mosaico dello stare insieme in un piccolo centro di montagna, un mosaico prezioso che può renderci persone migliori e farci conoscere lati buoni del nostro essere che troppo spesso l’aridità della vita, fatta di numeri e modernità, ci porta a dimenticare.

Sant’Anna 2014

27 Luglio 2014
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Sabato sera la festa del paese

Tra gli appuntamenti di ogni nuova estate ce n’è uno in cui la tradizione si fonde con le proposte del Circolo “Amici di Cattaragna”, per tutti i paesani e per gli amici che vengono a trascorrere tempo di festa sulle nostre montagne: la sagra di Sant’Anna, patrona del nostro paese da secoli, diventa momento di incontro e di allegra convivialità e assume i contorni di una sagra di paese di quelle “di una volta”. “Tradizione” non è più sinonimo di qualcosa di poco moderno, magari noioso: diventa qualcosa di prezioso, un legame tra generazioni, unite dallo stesso luogo di origine, ricordi comuni, nuove speranze da condividere.
Gli amici Kalle e Marco rappresentano un segno di questo legame: Marco è di Cattaragna, qui ha ricevuto le prime lezioni di fisarmonica, e nel nostro asilo ha allietato, ancora ragazzo, tante serate di anni; ritorna al paese e, insieme a Kalle, offre ai numerosi ballerini melodie senza tempo, su un pavimento che ha visto volteggiare tante coppie ospitando tutti, senza fare distinzione tra più e meno bravi. Solo tanta voglia di divertirsi, trascorrere tempo insieme, allontanare per qualche ora i pensieri del quotidiano, incontrare volti amici, scambiare due parole, raccontare dell’oggi e ritrovare i ricordi buoni del passato, che pare riavvicinarsi e fondersi con il presente.
A introdurre gli ospiti all’atmosfera di festa ci hanno pensato, come ogni anno, i volontari del circolo, con le squisite prelibatezze che sono uscite copiose dalla cucina e dalle loro mani sapienti e rapide tra i fornelli. La bontà della nostra cucina comincia a diventare scontata per tutti noi e per i tanti che tornano ogni anno, e questo è un bene perché è bello che si consolidi qualche certezza, e che la gente percorra i tornanti della nostra strada sapendo che all’arrivo non resterà delusa. Ed è altrettanto bello che questa certezza sia frutto di un impegno riconosciuto e apprezzato da tutti.
Anche le nuvole hanno voluto dare una mano e, dopo una mattinata di pioggia, nel pomeriggio si sono allontanate dal nostro cielo, lasciando uscire il sereno e il sole, che ha asciugato le strade, e le stelle, che hanno accompagnato la cena e la nottata. Il vento, che per tanti giorni l’anno sferza i profili delle nostre case e della nostra montagna, questa volta ci è stato amico e ha spazzato via ogni dubbio sulla riuscita della serata.

Domenica Sant’Anna

La domenica di Sant’Anna segue un rito antico che ha attraversato tante generazioni di Cattaragnesi, una festa religiosa solitamente più “intima”, che raccoglie tutti noi intorno alla nostra patrona, in un momento che è un misto di ringraziamento e di festa, e che culmina con la processione fino alla “cappelletta”. Una preghiera all’aperto che tanto significato aveva per i nostri avi, un’invocazione che era richiesta di protezione per la salute dei propri cari e preghiera per un buon raccolto: salute e cibo, un binomio che allora significava sopravvivenza per i tanti e numerosi nuclei familiari del paese.
Quest’anno ha partecipato alla nostra festa anche il Vescovo Gianni Ambrosio. Accompagnato da Monsignor Coletto, che da tanti anni celebra con entusiasmo la nostra messa grande, è venuto per ricordare il centenario della consacrazione della nostra chiesa, officiata dall’allora vescovo di Piacenza Mons. Pellizzari il 16 settembre 1914. A sottolineare la solennità dell’anniversario, i lavori di restauro appena conclusi all’interno della navata, che non hanno alterato i tratti che siamo abituati a conoscere da sempre.
La cerimonia, arricchita da una presenza tanto illustre, ha conservato gli aspetti che da sempre ne caratterizzano l’importanza, pur mantenendo la semplicità che è la cifra di una manifestazione di fede che diventa familiare, per noi che siamo cresciuti all’ombra di questo campanile, sul fianco di questa montagna che, anch’essa madre, protegge le nostre case e le veglia, proprio come Anna è stata madre e presenza amorevole per Maria. I canti, il rito della Parola, le offerte dei nostri bambini all’altare, le loro giovani voci a innalzare invocazioni per il bene di tutti, sono gli ingredienti di un momento così sentito e “nostro”, che abbiamo volentieri condiviso con il Vescovo, che ha sicuramente apprezzato questa devozione semplice e solida.
Come giustamente ha citato Anna Maria al termine della celebrazione, anche Papa Francesco ha più volte esortato se stesso e i tutti i Ministri di Dio a “portare la presenza di Gesù misericordioso e ricco d’amore soprattutto nelle periferie”, così anche il nostro Vescovo è venuto a visitare il nostro paese che vive nella periferia della diocesi, in una chiesa in cui, cito ancora Anna Maria, “sono passate generazioni di persone che, pur essendo semplici, umili, erano ricche di fede e valori come l’onestà, la generosità, la tenacia e il rispetto. Il duro lavoro e la sapienza di chi ha il Signore nel cuore hanno permesso loro di costruire il paese e l’amata chiesa, portando ogni pietra sulle spalle e, nonostante fossero quasi privi di mezzi per sostenere se stessi e le loro famiglie, tutti uniti hanno fatto ogni sacrificio affinché i loro figli potessero vivere in un mondo migliore.”
Portiamo nel cuore le parole preziose del nostro Vescovo Gianni, e siamo certi che la sua visita resterà nel ricordo di ognuno di noi e di tutti i nostri cari che non hanno potuto assistere a un giorno tanto speciale. Quegli affetti che portiamo con noi sempre, riflessi nei nostri occhi e nel nostro cuore.

Nel pomeriggio giochi dei bambini

La giornata di festa è proseguita, nel pomeriggio di domenica 27 luglio, con i tradizionali giochi per i bambini. Giochi semplici, lontanissimi dalle proposte che sono offerte ai nostri giovani dalle nuove tecnologie e che spesso purtroppo li allontanano dalla socialità, dal piacere genuino di giocare insieme ad altri bambini, intrecciare amicizie, ridere insieme anche agli adulti, che si sono prestati al divertimento dei più piccoli. Divisi in squadre, hanno gareggiato per ottenere la vittoria, imparando ad essere felici anche nella sconfitta, che del gioco è elemento indissolubile ma che divertendosi si dimentica in fretta perché lo scopo è stare insieme, specialmente quando il sole accompagna i sorrisi e le grida. Sorrisi e grida che per noi adulti sono musica per il presente e il futuro di Cattaragna, il domani che è già oggi, è già adesso.

Cattaragna in festa per la seconda edizione della marcia “La Terrazza della Val d’Aveto”

30 Giugno 2014
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Grande successo per la seconda edizione della marcia non competitiva, denominata “La terrazza della Val d’Aveto”, organizzata domenica 22 giugno a Cattaragna di Ferriere dal Circolo Anspi “Amici di Cattaragna”. L’evento, intitolato a Giancarlo Briggi, è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Ferriere, Piacenza Marce, il Centro Sportivo Italiano, tutti gli sponsor presenti sul volantino dedicato alla marcia.
Marcia rinnovata nei suoi percorsi: a quelli ormai tradizionali di 9 e 18 km, si sono aggiunti il percorso “baby” di 4 km, il 6 (denominato “corto”), ideali per i bambini di ogni età, e il 14 km, studiato appositamente per dare la possibilità, anche ai marciatori meno allenati, di raggiungere la cima del Monte Carevolo (1552 mt.) e godere di un panorama indescrivibile. Cinque percorsi per accontentare proprio tutti, dai marciatori esperti alle famiglie, in una giornata all’insegna dell’aria pura e della natura.
La giornata è iniziata intorno alle 8 con le iscrizioni presso la chiesa di Cattaragna: l’afflusso di persone era già segno di una grande partecipazione all’evento. Il sole e una temperatura gradevole hanno accompagnato i gruppi di marciatori e le famiglie sui vari percorsi, sotto l’attento controllo dei volontari, della Croce Azzurra di Ferriere e della Croce Rossa a cavallo di Farini.
Le famiglie con i bambini hanno attraversato i boschi di castagni, per poi affacciarsi sulla vista panoramica della Val d’Aveto; infine, sono ritornati al Circolo, per rifocillarsi e giocare al campo giochi. Per gli iscritti che si sono cimentati nei percorsi più impegnativi, l’esperienza è stata più varia e costellata di molti punti di interesse: da Cattaragna (819 m.) sono saliti fino ai piedi della Rocca di Borri; seguendo il percorso lungo, si sono spinti fino alla vetta del Monte Carevolo (1552 m.), hanno proseguito il loro cammino fino al “Cantone” (1507 m.), per poi scendere a Castagnola (869 m.), tornando a Cattaragna percorrendo l’antica mulattiera di collegamento tra i due paesi; chi ha scelto il nuovo “14 km”, dopo il Cantone, ha deviato verso la Rocchetta, costeggiando i pascoli, attraversando la pineta e incontrando sul cammino gli antichi casoni di Cattaragna. Per tutti gli escursionisti, numerosi i punti panoramici dove, sotto l’azzurro del cielo terso, le verdi montagne della valle fanno da corollario al fiume Aveto.
All’arrivo, i partecipanti hanno potuto apprezzare la ormai rinomata cucina dello stand gastronomico allestito dal circolo “Amici di Cattaragna”; tanto rinomata che, alla grande tavolata di marciatori ed escursionisti di ogni età, si sono aggiunti sia gli abitanti di Cattaragna che gli amici dei paesi vicini. Il menu, come ormai da tradizione, ha proposto piatti di squisita semplicità: polenta al sugo di cinghiale, funghi o gorgonzola; poi patatine, salamelle, formaggio tipico alla piastra e molte altre prelibatezze. L’atmosfera di festa, che si è protratta fino al tardo pomeriggio, ha rappresentato anche un momento prezioso per condividere con gli abitanti del paese l’esperienza della vita in questi luoghi, soprattutto per chi li ha visitati e apprezzati per la prima volta, dato che tutti i percorsi si concludevano sulla strada principale che attraversa l’abitato di Cattaragna.
E’ bello sottolineare come un piccolo paese, che nei mesi invernali conta non più di una decina di abitanti, per un giorno sia stato invaso dagli oltre cinquecento partecipanti alla marcia, cui si sono aggiunti gli amici che sono venuti a trovarci per passare una domenica in compagnia. Insieme a tutte le persone che hanno reso possibile la manifestazione, c’erano oltre settecento persone a riempire di vita e di allegria il borgo e questo evento.
L’occasione è stata ideale per presentare il nuovo defibrillatore, acquistato con i proventi della vendita delle magliette durante la passata edizione. Per questo sono stati ringraziati i gruppi e i singoli marciatori che hanno partecipato lo scorso anno, che con il loro semplice gesto hanno permesso di dotare la frazione di un presidio così prezioso per la salute di tanti. E’ stato anche annunciato che i proventi di quest’anno serviranno a completare l’allestimento del nuovo ostello: un nuovo modo per offrire accoglienza e ospitalità a chi vorrà passare più tempo a Cattaragna. Infine, prima dei saluti, ricchi premi assegnati per sorteggio ad alcuni partecipanti, che hanno avuto un ulteriore ragione per essere felici di una giornata così semplice e speciale.

Calendario Eventi 2014

1 Maggio 2014

Calendario2014 a

Calendario2014 b

 

 

Il risveglio

20 Aprile 2014
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Cominciamo dalla fine. Da una vallata, nera più della notte nera. Una notte come tante altre. Forse. Gli amici di Costa, Curletti, Salsominore, Orezzoli, Castelcanafurone o di tutti i paesi sull’altro lato dell’Aveto che osservano la valle dalla finestra, al caldo delle proprie case, delle stufe accese. I lampioni sono le uniche luci in terra. Divise in lucenti mucchietti, sparse qua e là su profili di montagne soltanto intuiti, in nero su nero, ricordi dell’intorno alla luce del giorno. I campanili rintoccano la mezzanotte, con lenta regolarità. Dalle parti di Cattaragna si alzano verso il cielo i fuochi d’artificio che scoppiettando illuminano ciò che era buio, intermittenti come lampi e fragorosi come tuoni lontani; continui, incalzanti, festosi. Ciò che sembrava deserto, vuoto e disabitato si anima e diventa festa. E da una fine silenziosa si trasforma in un fragoroso inizio, che illumina e colora, e scalda i cuori.

Questa è stata la notte di Capodanno, per chi l’ha vissuta a Cattaragna, spostandosi dalla città per non mancare, per raggiungere gli amici, per la voglia di stare insieme, partecipando al cenone e distribuendo auguri, e ricevendone in cambio dieci volte in gioia. E nella stessa notte è stata una parentesi sorprendente per tutti i temerari dei paesi vicini, forse allietati e stupiti dallo spettacolo pirotecnico cui hanno assistito, guardando fuori prima di rintanarsi sotto le coperte pesanti e accoglienti.

È stato un inverno strano, sui nostri monti. Strane temperature, tanta pioggia e poca neve (del vento non parlo nemmeno, tanto quello a Cattaragna c’è sempre). E la primavera sembra arrivata in anticipo. Oppure è l’autunno che non è mai finito veramente.

È stato un inverno strano, sui nostri monti. L’anno vecchio ha voluto privarci di due persone che a Cattaragna hanno vissuto tanto, e che sono parte della sua storia, una storia che attraversa i secoli e per fortuna non cancella il nostro personale cammino nei cuori di chi ci ha conosciuto. Nella fugace corsa di una settimana, tra la fine di novembre e i primi giorni di dicembre, se ne sono andati la “Lissìa” (Lucia Briggi in Bernardi) e “Perri” (Pietro Caldini).

L’ultima volta che ho incontrato Perri eravamo alla “castagnera”, andava spesso ad alimentare il fuoco per la mia famiglia mentre noi non c’eravamo, contribuendo al successo della farina di castagne di quest’anno, come anche negli anni passati, quando ci siamo lanciati nell’impresa. Ricordo che, mentre controllava le galline nel pollaio, appoggiato alla sua “cèinda”, la rete di recinzione, aveva citato una frase di suo padre: “A Cattaragna il vento tira quattordici mesi all’anno…” Qualche parola da scambiare, di solito si parla del tempo, un po’ come un saluto, una bella stretta di mano fatta col pensiero.

L’ultimo incontro con Lucia invece è stato in ospedale a Piacenza, a trovare l’amico Pippo, con gli occhi lucidi come tutte le mamme, come tutte le persone di cuore. Di lei mi resta il ricordo di tanti gesti d’affetto riservati a me e in particolare a Eletta (che è pur sempre una “furesta”, una forestiera), un affetto assoluto e gratuito esternato ad ogni incontro. Sorrido ricordando una volta in cui ero nell’orto con i miei genitori e mia moglie: a un certo punto ci siamo voltati ed Eletta non c’era più. L’ho ritrovata nella cucina della Lucia mentre, incitata da lei e dal Cià (Giovanni), cercava di mangiare una razione per quattro persone di budino al cioccolato con i biscotti (ovviamente, già che c’ero, l’ho aiutata a finire…). Della Lissìa mi resta un piccolo rimpianto, racchiuso in una scatola di caffè di quelle di ferro, che avevamo comprato quest’estate per accettare un suo invito senza arrivare a mani vuote. Proprio quel caffè che per lei era il benvenuto da offrire a chiunque si presentasse alla sua porta. Il rimpianto è di non essere riusciti ad andare per mancanza di tempo e di non aver più recuperato quella visita.

Di solito non mi sento tanto saggio da permettermi di elargire consigli, ma questa volta farò un’eccezione. Se pensate a una persona che non sentite da tempo, se avete la possibilità di incontrarla o chiamarla al telefono (per i più giovani i mezzi per comunicare sono tanti), non aspettate, non rimandate. Fatelo e basta. Chiamate, scrivete. E non lo dico perché sono pessimista, anzi. Lo dico perché secondo me così si vive meglio, e spesso sono proprio sufficienti cinque minuti del nostro tempo. Così poco per avere in cambio così tanto: un’amicizia, un affetto che si rafforza, sorrisi, momenti per stare insieme.

Perri e la Lissìa se ne sono andati, e all’inizio del nuovo anno li ha seguitianche Angelo Peirano di Rapallo. A molti di noi il suo nome dice poco o niente, ma per tanti anni è stato a Cattaragna insieme a noi, e prima ancora qualcuno lo ricorda dai tempi in cui si andava a raccogliere le olive. Lo conosciamo tutti, solo che l’abbiamo sempre chiamato “il marito della Pierina (Calamari)”. Sono contento di scrivere di lui perché credo che tutti lo ricordiamo per la sua mitezza, per la sua presenza delicata e i suoi modi gentili, quasi non volesse mai disturbare. E mi colpisce come anche queste presenze discrete lascino un segno del loro passaggio. E lo stesso senso di vuoto, altrettanto persistente e malinconico di chi ci ha attraversato la vita in modo più rumoroso.

Se ne sono andati, lasciando, come chi li ha preceduti, cari ricordi a mitigare quel senso di assenza che a volte preme forte sul petto e lascia che il dispiacere sgorghi come acqua, come in quei canali che quest’inverno sbucavano in cascate bianche da ogni piega spigolosa delle nostre montagne, carichi di pioggia persistente e sfrontatezza.

È stato un inverno strano a Cattaragna. Quello del “minimo storico”: mai così poche persone erano rimaste a popolarne le case, le “tramëse”, le stradine fin troppo silenziose. Mai così pochi camini hanno pennellato di fumo bianco quella porzione di cielo che così ben conosciamo e che pensiamo con nostalgia nella nostra frenetica vita di città. Difficile dire se questo spopolamento sia davvero un fenomeno irreversibile. Con tutto questo pianificare, progettare, faccio fatica a guardare oltre a un orizzonte più lungo di qualche giorno o di qualche settimana. Quello di cui sono sicuro, ciò in cui confido per il bene del mio paese e mio personale, è che, pur svuotandosi in certi periodi, come un mammifero che si addormenta nel letargo invernale, il paese sia vivo e che continui ad esserlo, risvegliandosi ad ogni primavera.

A testimoniare questa affermazione, resa concreta dalla scelta di tanti, ci sono le macchine che durante i fine settimana svoltano a sinistra al bivio di tre-bis, scalando tutte le marce possibili, e le attività del Circolo che coinvolgono tanti, sia nell’organizzazione che nella partecipazione agli eventi: la seconda edizione della marcia non competitiva, prevista per il 22 giugno; la sagra di Sant’Anna sabato 26 luglio, allietata dal suono di una buona fisarmonica e da prelibatezze di ogni tipo; la terza “festa sotto le stelle di…pinte”, la sera di mercoledì 13 agosto; e tanti altri piccoli e grandi momenti per ritrovarci insieme a tutti coloro che vorranno trascorrere qualche ora felice e rilassante a Cattaragna, approfittando dell’occasione per affacciarsi sulla Val d’Aveto da una posizione privilegiata come la nostra terrazza.

Così, al prossimo inverno, non ci sarà solo il vento e il silenzio a riempire i vuoti delle nostre “tramëse”: le attraverserà, riscaldandole, anche l’eco della festa e della moltitudine, dei nuovi arrivi e dei ritorni, degli abbracci fraterni.

Dei ricordi, sia quelli vecchi che i nuovi, quelli che ci apprestiamo a costruire insieme.

 

Buona Pasqua a tutti.

 

Maurizio Caldini

Cattaragna è rinata una delle più belle marce sulle montagne dell’alta Val D’Aveto

27 Giugno 2013

LA MARCIA “LA TERRAZZA DELLA VAL D’AVETO” HA APERTO L’ESTATE A CATTARAGNA
Grande successo per la marcia non competitiva, denominata “La terrazza della Val d’Aveto”, organizzata per la prima volta domenica 23 giugno a Cattaragna di Ferriere dal Circolo Anspi “Amici di Cattaragna”.
L’evento, intitolato a Giancarlo Briggi, scomparso un anno fa, amico e collaboratore delle numerose iniziative organizzate in questi anni nella piccola frazione, tra cui le marce organizzate negli anni ’90, è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Ferriere e patrocinato dalla Provincia di Piacenza, con l’aiuto degli amici di Piacenza Marce, degli sponsor presenti sul volantino dedicato alla marcia, oltre al Gruppo Alpini di Carpaneto, che ha donato le bandiere italiane che hanno abbellito i percorsi.
E sono proprio i numeri a decretare il successo della manifestazione: oltre 440 iscritti, più di 40 volontari addetti ai vari servizi, oltre ai pasti distribuiti dalla cucina del circolo.
Tre i percorsi della marcia, di 5, 9 e 18 km, studiati per soddisfare le esigenze di tutti i partecipanti: dai marciatori più esperti agli amanti delle escursioni in montagna, fino alle famiglie che hanno voluto trascorrere una domenica diversa, permettendo ai bambini di vivere in allegria una giornata all’aria aperta e a contatto con la natura.
La giornata è iniziata intorno alle 8 con le iscrizioni presso la chiesa di Cattaragna: l’afflusso di persone era già segno di una grande partecipazione all’evento. Il sole e una temperatura gradevole hanno accompagnato i gruppi di marciatori e le famiglie sui vari percorsi, sotto l’attento controllo dei volontari e della Croce Rossa a cavallo di Farini.
Le famiglie con i bambini hanno attraversato i boschi di castagni, per poi affacciarsi sulla vista panoramica della Val d’Aveto; infine, sono ritornati al Circolo, per rifocillarsi e giocare al campo giochi.
Per gli iscritti che si sono cimentati nei percorsi più impegnativi, l’esperienza è stata più varia e costellata di molti punti di interesse: da Cattaragna (819 m.) sono saliti fino ai piedi della Rocca di Borri;  seguendo il percorso lungo, si sono spinti fino alla vetta del Monte Carevolo (1552 m.), hanno proseguito il loro cammino fino al  “Cantone” (1507 m.), per poi scendere a Castagnola (869 m.), tornando a Cattaragna percorrendo l’antica mulattiera di collegamento tra i due paesi.
Difficile elencare tutti gli ambienti tipici delle nostre montagne che sono stati attraversati dai partecipanti: boschi di castagni secolari, i faggeti e la grande pineta, costeggiando e ammirando i resti dei casoni di pietra a secco, costruiti e utilizzati da secoli per il ricovero di persone e animali nella transumanza verso i pascoli oppure, come in località Ponciore, per la produzione di formaggio. Per tutti gli escursionisti, numerosi i punti panoramici dove, sotto l’azzurro del cielo terso, le verdi montagne della valle fanno da corollario al fiume Aveto. Lungo le mulattiere, utilizzate dagli abitanti del paese fin dall’antichità per il trasporto di legna o carbone, gli occhi più attenti hanno riconosciuto spazi pianeggianti, per lo più circolari, strappati alla ripidezza della montagna: lì si produceva il carbone che, proprio su questi sentieri, veniva trasportato a dorso di mulo per essere venduto nei paesi vicini.
All’arrivo, i partecipanti hanno potuto apprezzare la ormai rinomata cucina dello stand gastronomico allestito dal circolo “Amici di Cattaragna”; tanto rinomata che, alla grande tavolata di marciatori ed escursionisti di ogni età, si sono aggiunti sia gli abitanti di Cattaragna che gli amici dei paesi vicini. Il menu, come ormai da tradizione, ha proposto piatti di squisita semplicità: polenta al sugo di funghi e cinghiale, patatine, salamelle, formaggio tipico alla piastra e molte altre prelibatezze.
Sono stati premiati i 10 gruppi più numerosi con cesti di salumi e prodotti locali. Il gruppo di Cattaragna pur arrivando al secondo posto come numero di partecipanti non è stato premiato in quanto gruppo organizzatore.
Erano inoltre presenti i gruppi di Gm alta valnure, la pubblica Busseto, Italpose, i Bipedi, Ottesola, Piedone,  Ginnic, Costa, marciatori di Carpaneto, Atletica Noceto, Andrea e i Corsari, Avis Caorso.
L’atmosfera di festa, che si è protratta fino al tardo pomeriggio, ha rappresentato anche un momento prezioso per condividere con gli abitanti del paese l’esperienza della vita in questi luoghi, soprattutto per chi li ha visitati e apprezzati per la prima volta. Piacevole è stata la sensazione di allegria diffusa che ha pervaso sia i partecipanti alla marcia che gli organizzatori, fino ai saluti riconoscenti di fine giornata.
Cattaragna di Ferriere, circondata da tanti boschi di castagno, un tempo principale fonte di sostentamento della popolazione, dai primi anni settanta ha subito un costante spopolamento, come tanti altri piccoli centri delle nostre montagne. A testimoniare la cultura della castagna come radice di questo paese, i numerosi essiccatoi e il mulino attivo ancora oggi presente che, se pur utilizzato da poche famiglie, serve per produrre la farina di castagne, dopo le fasi di essicazione e battitura. La farina prodotta a Cattaragna è riconosciuta con marchio d.o.p. del Comune di Ferriere.
Lo sforzo prodotto dai volontari del Circolo “Amici di Cattaragna” è proprio volto a far conoscere la bellezza e l’ospitalità tipiche di un territorio che, per diversi anni, ha vissuto il rischio dell’abbandono da parte dei tanti abitanti emigrati per necessità verso le città. E il risultato di questo impegno è questa piccola inversione di tendenza che porta a ben sperare per il futuro.

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